WELCOMING! THE END OF THE WORLD
drammaturgia e direzione: Domenico Castaldo
co-direzione: Mario Frendo
con: Katia Capato, Domenico Castaldo, Alessandro Borroni, Eleni Maragkaki, Juan Pablo Corvalan, Patricio Yovane Ballas, Marta Laneri, Francesca Netto
commissionato da: Malta Arts Festival
luci, scene, costumi: Laboratorio Permanente di Ricerca sull’Arte dell’Attore
sostenuto da: The Grotowski Institute
Regione Piemonte
Comune di Torino
Zona Teatro San Pietro in Vincoli
Laboratorio Permanente di Ricerca sull’Arte dell’Attore
Recensioni:
“A tutto si può rinunciare nella vita tranne ad essere felici”, si legge nel Mahabarata…
Beh, ricordiamoci almeno di provarci!
“Everything is a dancing group of atoms.
The atoms dancing give out sounds.
When the rhythm of the dance changes
All the sounds suddenly also change.
Each atom sings its song eternally
Restlessly singing it creates or destroy
All the forms in the Universe.
The End will be an amazing concert of atoms
Whoever is ready will be there
Singing, dancing among the stars!”
Tratto da Welcoming! The end of the world
Presentazione
Il mondo sta per scomparire, lo hanno detto i Maya: l’intero mondo finirà nell’anno 2012.
Non sappiamo quanto questo sia plausibile e neppure quanto siamo disposti a credere a questa previsione. Quanto temiamo, in ogni caso, una possibile fine? Certamente la nostra civiltà si sta consumando. Gli esseri umani non sono più tanto umani. Svaniscono i valori più importanti, si perpetrano le guerre, l’inquinamento s’insinua sempre più in profondità nei nostri polmoni e nelle nostre abitudini. La medicina salva e uccide, la scienza salva e uccide, il progresso salva ed uccide, mentre l’arte…salva e basta!
L’arte, la spiritualità, la cultura aprono le porte del cuore e della mente; forniscono nuovi esempi di vita, di relazione, spostano la prospettiva da cui siamo abituati a guardare il mondo: sono vie di libertà. Raccontando le gesta e i pensieri di esseri umani straordinari, che hanno lasciato il proprio segno, il cuore si apre alla speranza. Spesso questi erano uomini e donne che sapevano semplicemente prendersi cura della propria anima e guardare con cura a quella degli altri. Spesso questi uomini e queste donne cantavano.
Ecco l’idea: nel nostro concerto, sviluppato attorno a testi di alcuni degli esseri umani esemplari che ci hanno lasciato testimonianze straordinarie, si fanno cantare la pancia e la colonna vertebrale, il suono riverbera in tutto il corpo, non solo nelle orecchie dello spettatore.