LA CELEBRAZIONE
UN MODERNO MISTERY PLAY
Recensioni:
Drammaturgia e direzione: Domenico Castaldo
Con: Domenico Castaldo, Katia Capato, Marta Laneri, Francesca Netto, Claudio Santana Borquez
Progetto video e grafica: Francesca Bono
Canti e musiche: Laboratorio Permanente di Ricerca sull’Arte dell’Attore
Luci scene e costumi: Laboratorio Permanente di Ricerca sull’Arte dell’Attore
Una produzione in collaborazione con: Grotowki Institute, Malta Arts Festival, Teatro Akropolis, Festival “Il Sacro Attraverso l’Ordinario”, Tetraktis Percussioni ed In-Chiostro Festival
Con il sostegno di Regione Piemonte
Riconosciuta da: Città di Torino, Circoscrizione 7 della città di Torino, C.R.U.T. (Università DAMS di Torino), Università di Desarrollo (Santiago de Chile – Chile), Omma Studio Theater (Creta – Grecia), Studio For the Art of Acting (Krusce – Slovenia)
Presentazione
Un officiante, Padre Jacob, è in attesa di celebrare la sua millesima funzione.
Prima dei fedeli entra in chiesa uno psicopompo, un traghettatore di anime, per portarlo con sé nell’aldilà. Ma ha sbagliato: nel contratto s’era stabilito il suo arrivo solo alla fine della millesima celebrazione. Lo psicopompo è così costretto a prendere sembianze umane e a confondersi tra i fedeli. Ma una forza terribile inizia ad attrarlo verso la vita degli uomini.
La messa fatale del Padre, tra sospensioni e rinvii, inesorabilmente si compie e nelle trame delle melodie vocali si realizza anche il viaggio dell’Anima. Tutto avviene come nel teatro (o nel musical), come nel rituale, con la prospettiva di fondere gli animi degli attori con quelli degli spettatori.
Padre Jacob: Cantiamo per rabbia e per amore: rabbia perché questo mondo si sta sgretolando, è giunto al suo crepuscolo; e amore per l’uomo, nonostante quello che è diventato! Noi lo abbiamo fino ad oggi celebrato, curato ed amato e oggi… oggi… Sapete qual è l’ultimo pensiero di un essere umano che sta improvvisamente andando via? Rimpiange. Ma non pensate che rimpianga, i soldi, il successo, la macchina nuova. Rimpiange i caffè che prendeva sul balcone, i pomeriggi passati ad appendere le cipolle a seccare al sole… i peperoncini, i pomodori, i meloni bianchi d’inverno; rimpiange le gite al fiume, la Domenica, a giocare con l’acqua, gli alberi, i bambini nell’acqua… Eppure, in vita, non si riesce mai a celebrare, a curare questo: la pace, gli attimi di pace.
Sapete dirmi cosa c’è nella pace che non entusiasmi? Che non si presti ad essere celebrata, curata e amata? Noi ci diamo sempre per vinti…