QUINTO ELEMENTO
Recensioni:
regia e drammaturgia Domenico Castaldo
in collaborazione artistica con Katia Capato
testi tratti ed elaborati da «I sonetti ad Orfeo» e «Elegie Duinesi» di R. M. Rilke.
con Katia Capato, Domenico Castaldo, Davide Curzio, Fabiana Ricca
luci, oggetti e abiti di scena a cura del LabPerm
La storia
Una famiglia di campagna viene sconvolta da un lutto previsto ma doloroso: l’Uomo che si era arruolato partigiano è stato trucidato dai fascisti. I sopravvissuti superano il momento del lutto incarnando di volta in volta un ricordo della vita o come testimoni di visioni, sogni in cui lo spirito dell’Uomo torna a prendere una forma visibile. La donna, il fratello e la piccola trovatella, smettono di piangerlo scoprono il segreto dell’Uomo: la sua lotta per la libertà non era stata solo materiale, egli aveva dedicato tutte le sue forze in vita alla scoperta di un mistero e questa ricerca lo aveva messo sulle tracce del mondo inconscio, delle forze misteriche della terra, dei suoni e del canto. Il suo spirito si riconosce in quello di Orfeo, nelle apparizioni fugaci in cui la forza della vita si manifesta in tutta la sua meraviglia. Solo ora dunque senza più il corpo materico può comunicare la sua intuizione a chi più aveva amato in vita. E diventa una sonda che attraversa i due mondi.
Il luogo
Una stanza, una notte, una veglia. Un morto, due donne ed un giovane uomo. Una vedova, una giovane da marito, il fratello del morto. Il morto, partigiano, tutta la vita aveva lottato per la libertà. Una lotta ed una ricerca senza tregua, che lo hanno portato sulle tracce di un regno che passa per mondo il materiale, e lo supera nell’Altro. Silenzio. Uno spirito agita la tenda, un vento passa, un canto arriva da lontano. Calma. Un ricordo sale alle labbra, un racconto, un riso, un pianto sommesso. Un cane ulula o un lupo, un canto e una danza. Riposo. Un pianto sommesso. Ancora un sogno, una realtà rarefatta, rarefatta dal silenzio, un silenzio teso che preannuncia qualcosa…qualcosa che passa. I quattro elementi ci tengono in questo mondo ma il quinto… è una sonda, ci spinge oltre: da un luogo comune i sensi eccitati, spinti alla veglia, cercano altro, un mondo celato.
I testi
Sonetti ad Orfeo e Elegie Duinesi di Rilke rappresentano l’ignoto di un attimo che passa, di cui i sensi, tutti e cinque i sensi, più uno (il pensiero), sono testimoni e gioiscono. Quando essi all’unisono si ritrovano, svegliati da un canto: ecco Orfeo che appare, il dio dei misteri, il dio del canto, cattura in un accordo la vita che trabocca ovunque lo sguardo si posi. Orfeo ed il canto sono la sonda, il quinto elemento, lo spirito che attraversa gli spazi e le parole di Rilke ne sono testimonianza.